La pianificazione patrimoniale relativa alle opere d’arte è un’esigenza che oggigiorno interessa una molteplicità di individui con caratteristiche molto differenti tra di loro: da una parte, i possessori di ingenti patrimoni artistici personali o familiari, mentre, dall’altra, coloro che per successione o donazione divengono proprietari di una o più opere d’arte, talvolta anche di ingente valore. In tale contesto, il presente spunto vuol fornire una prima panoramica delle numerose problematiche che i soggetti detentori di un’opera d’arte possono trovarsi ad affrontare, con le relative e possibili soluzioni.

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Sommario: 1. La pianificazione patrimoniale in generale; 2. La pianificazione patrimoniale relativa alle opere d’arte; 3. Gli strumenti di pianificazione patrimoniale e di valorizzazione delle opere d’arte; 4. In conclusione, quale strumento di pianificazione e valorizzazione utilizzare?

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1.  La pianificazione patrimoniale in generale

Per pianificazione patrimoniale deve intendersi quella serie di attività volte a strutturare, programmare ed organizzare il patrimonio di un soggetto allo scopo di favorirne la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future.

La pianificazione è realizzata secondo le specifiche esigenze ed obiettivi propri del detentore del patrimonio e, per quanto possibile, cercando l’ottimizzazione fiscale e sempre tenendo ben presenti le problematiche successorie.

Tale attività è particolarmente delicata e deve esser prestata da società altamente specializzate o professionisti in grado di occuparsi delle problematiche relative alle molteplici discipline giuridiche interessate,  quali: il diritto civile, commerciale o societario, il diritto successorio ed il diritto di famiglia oltre al diritto tributario ed al diritto internazionale privato.

 

2.  La pianificazione patrimoniale relativa alle opere d’arte

La pianificazione patrimoniale relativa alle opere d’arte assume delle peculiarità ancor più accentuate rispetto a quella sopra descritta.

Invero, in tal caso, oltre alle specifiche esigenze ed obiettivi propri del detentore del patrimonio, devono essere attentamente valutate anche le caratteristiche delle opere d’arte, al fine di favorirne la preservazione e la valorizzazione.

Pertanto, nel caso di strutturazione patrimoniale di un patrimonio artistico, dovranno necessariamente essere utilizzati specifici strumenti volti, da una parte, alla protezione e segregazione dei beni artistici e, dall’altra parte, alla loro preservazione e valorizzazione.

 

3.  Gli strumenti di pianificazione patrimoniale e valorizzazione delle opere d’arte

La scelta dei diversi strumenti di protezione e valorizzazione patrimoniale è alquanto complessa e deve essere compiuta in base al singolo caso di specie valutando, tra l’altro: (i) gli obiettivi propri e le caratteristiche soggettive del proprietario; (ii) la tipologia e le caratteristiche del bene artistico; (iii) i diversi metodi di protezione; (iv) la possibilità di valorizzazione dell’opera o del patrimonio artistico.

(i)

In primo luogo, devono esser valutati gli obiettivi propri ed esaminate le caratteristiche soggettive del proprietario dell’opera.

In tale contesto, occorre valutare se il proprietario dell’opera: (a) sia qualificabile come collezionista, mercante d’arte oppure semplicemente acquirente/venditore occasionale; (b) abbia una importante collezione di opere oppure una singola opera di modico valore; (c) sia un amante dell’arte, un mercante d’arte con finalità prettamente speculative, oppure una persona interessata a ricavare un profitto dalla vendita di una singola opera; (d) sia interessato al mantenimento ed alla trasmissione del proprio patrimonio artistico all’interno della famiglia ovvero lo voglia cedere a terzi; (e) sia interessato ad accrescere il patrimonio artistico della propria famiglia; (f) voglia ricavare un profitto dalle proprie opere oppure abbia una diversa ideologia più filantropica-culturale; (g) abbia uno spirito mecenatistico oppure voglia massimizzare i redditi derivanti dallo sfruttamento delle proprie opere d’arte… etc.

Ad esempio, un collezionista privato potrebbe voler vendere una o più opere di modico valore economico ed artistico per acquistarne una di un valore più alto, al fine di valorizzare la propria collezione ed eventualmente ricavarne un ritorno economico mediante l’organizzazione di una mostra o la concessione dell’opera d’arte in prestito. Parimenti, lo stesso collezionista potrebbe voler tenere le due opere di modico valore nella propria collezione, in quanto desideroso di farle pervenire ai sui discendenti. Egli dovrà così pianificarne la propria successione o il proprio passaggio generazionale in modo che tali opere restino all’interno del patrimonio artistico di famiglia.

In considerazione di quanto sopra, sarà dunque necessario valutare gli specifici obiettivi perseguiti dal proprietario dell’opera, tenendo conto delle proprie caratteristiche soggettive, e della propensione (o meno) all’impiego di strumenti di pianificazione che comportino un vero e proprio spossessamento.

(ii)

In secondo luogo, dopo aver qualificato soggettivamente il detentore dell’opera d’arte ed averne individuato gli obiettivi, dovranno esser valutate le tipologie e le caratteristiche del bene artistico o della collezione detenuta.

Innanzitutto dovrà procedersi alla redazione di un inventario dettagliato delle opere ed alla valutazione e valorizzazione delle medesime. L’inventario analitico (anche notarile) è uno strumento utile anche per la tutela e preservazione delle opere artistiche e necessario per la loro assicurazione. Sotto questo profilo, sarà opportuno determinare la tipologia di inventario preferibile in base alle caratteristiche delle opere.

La valutazione, invece, è un’attività necessaria sia nel caso si volesse procedere ad un futuro trasferimento presso terzi dell’opera, sia nel caso in cui il proprietario della stessa volesse pianificare la trasmissione del proprio patrimonio artistico all’interno della famiglia. Per quanto riguarda la valutazione dell’opera artistica, dovrà farsi riferimento ad operatori esperti che possano identificarne nel miglior modo possibile, sia il valore economico, sia quello culturale dell’opera. A tal fine, i valutatori dovranno prendere in esame tutte le molteplici variabili del caso: l’artista (età, fama, curriculum espositivo, ruolo nella stria dell’arte rispetto ai contemporanei, il successo alle aste, la tipologia di arte e difficolta nel riprodurla, diffusione dell’artista all’interno delle gallerie nazionali o internazionali…etc.); l’opera (periodo, tecnica e tipologia di arte, i precedenti proprietari, lo stato di conservazione, la provenienza dell’opera, le caratteristiche del venditore, la qualifica come bene culturale, l’essere stata notificata, la visibilità nazionale ed internazionale, il curriculum espositivo, l’esistenza di copie, l’originalità, la possibile richiesta di prestito da parte di musei, la richiesta del mercato… etc.); l’andamento del mercato di riferimento (tenendo conto che il mercato può essere in crescita per il valore delle opere compravendute di alto valore, ma in flessione per le opere di medio/basso valore); le considerazioni dei c.d. “players” del mondo dell’arte ed in particolare relativi alle valutazioni quali, critici, giornalisti, direttori dei musei, curatori di mostre ed istituti certificatori.

(iii)

In terzo luogo, procedere alla protezione del patrimonio artistico che può essere effettuata sotto diversi profili.

Innanzitutto l’opera artistica deve essere protetta contro il rischio ambientale. Ciò avviene conservando l’opera in un luogo a temperatura ed umidità controllata, che ne possano garantire un buon livello di conservazione nel tempo.

Inoltre, l’opera deve essere protetta contro il rischio relativo agli eventi dannosi, che possono comprometterne l’integrità ed il contestuale valore. Ciò avviene mediante la stipula di una polizza assicurativa eventualmente con la formula di copertura “all risks” per la copertura completa,  oppure “fine art”, per la tutela contro il furto, il deprezzamento o il danneggiamento.

Da ultimo, certamente non per rilevanza, l’opera d’arte deve essere protetta contro il rischio di insolvenza patrimoniale o di mala gestio della stessa. Ciò può essere eseguito mediante la pianificazione patrimoniale finalizzata in generale alla conservazione del patrimonio, ed in particolare, alla tutela dell’opera. Una volta individuati gli obiettivi del proprietario dell’opera e la consistenza del proprio patrimonio artistico, si potranno individuare quali specifici strumenti di tutela del patrimonio poter utilizzare. Nell’ambito di tale analisi, potranno prendersi in condirezione molteplici strumenti giuridici, ciascuno dei quali si differenzia per sottili specificità.

I principali istituti di pianificazione e protezione patrimoniale sono: il trust, l’affidamento fiduciario, l’amministrazione fiduciaria senza intestazione, l’istituzione di un vincolo di destinazione ex art. 2645-ter cod. civ., la donazione (modale, condizionata oppure quella con riserva di disporre), la trasmissione ad una società benefit (nate nel 2016, sono società che perseguono il duplice scopo di lucro e di beneficio comune), oppure la costituzione di una fondazione d’arte o di un museo privato. Gli istituti sopra elencati hanno caratteristiche molto differenti tra loro, ma sono tutti volti alla protezione del patrimonio. Pertanto, ad esempio, mentre il trust e l’affidamento fiduciario prevedono il completo spossessamento del patrimonio artistico, che viene devoluto dal proprietario delle opere d’arte in trust o in affidamento fiduciario, l’amministrazione fiduciaria senza intestazione comporta solo l’amministrazione del patrimonio da parte della società fiduciaria, senza il passaggio di proprietà delle opere in capo alla stessa.

Come già ampiamente precisato, la scelta dell’istituto giuridico più appropriato dovrà essere fatta valutando le caratteristiche soggettive oltre che i singoli obiettivi perseguiti dal proprietario dell’opera o della collezione.

(iv)

In quarto ed ultimo luogo, una volta individuate le esigenze del detentore dell’opera d’arte ed averne valutato la tipologia e le qualità (procedendo alla relativa protezione), deve essere esaminata la fase della valorizzazione della stessa.

La valorizzazione di un’opera d’arte può avvenire mediante diverse modalità.

Innanzitutto un’opera d’arte può essere valorizzata attraverso il rilascio di un certificato di autenticità, mediante pubblicazioni sulle riviste specializzate, recensioni e pareri di esperti, per mezzo dell’esposizione a mostre o eventi di particolare interesse artistico.

L’istituto del prestito dell’opera d’arte a musei o ad esposizioni, ad esempio, può avere come fine – tra gli altri – quello di darne più visibilità, con contestuale valorizzazione della stessa.

La valorizzazione del patrimonio artistico avviene, tra le molteplici modalità, anche mediante l’affidamento delle opere in amministrazione ad una società fiduciaria, l’istituzione di un trust di scopo o di famiglia, ovvero mediante la costituzione di una fondazione o di un museo privato. Il processo di pianificazione di una fondazione o di un museo volto alla valorizzazione dell’opera o della collezione d’arte sono attività molto complesse, che devono essere preliminarmente valutate in dettaglio in base alla tipologia di collezione o di raccolte d’arte e nel rispetto delle intenzioni del fondatore.

 

4.  In conclusione, quale strumento di pianificazione e valorizzazione utilizzare?

Come sopra indicato, la valutazione della tipologia di strumento da impiegare deve essere fatta accuratamente sulla base dei diversi fattori sopra esaminati e, tenendo i considerazione, sia l’eventuale ottimizzazione fiscale sia gli aspetti successori.